Figlia di genitori musicisti, madre violista e padre batterista, Marina Restuccia – in arte Marina Rei – ha sempre respirato musica di diverse ispirazioni, una musica che ha alimentato in lei contrasti e nutrito al tempo stesso la ricchezza della sua formazione.
Intorno ai 18 anni, alla ricerca di una identità artistica autonoma dalle influenze familiari, Marina ha formato un suo gruppo grazie al quale ha iniziato a mettere a fuoco l’obiettivo artistico da perseguire. Contemporaneamente ha registrato due dischi dance in inglese, con i quali ha riscosso un discreto successo in Giappone. Ma soprattutto è in quel periodo che ha iniziato a suonare nei locali, scoprendo la varietà di sensazioni che solo i concerti sanno suscitare ed è questa la forma espressiva che lei tutt’ora predilige.
Nel 1994, dopo anni di concerti dal vivo e di studio delle percussioni – grazie anche all’aiuto di Paolo Micioni, all’epoca suo manager – firma con una major, la Virgin, con la quale pubblica il suo primo singolo importante (“Sola”, aprile 1995) e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il pezzo “Al di là di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica 1996. Nello stesso anno pubblica il suo primo album in italiano, “Marina Rei”.
Ai tempi del secondo album, “Donna” (1997), il meccanismo discografico si era già fatto impegnativo e logorante, sottraendole tempo ed energie alla scrittura di testi e musica, alla ricerca d’un suono appropriato e che le rispondesse. Marina inizia a non condividere a pieno le scelte della casa discografica, tra queste – la più sofferta – quella di una seconda partecipazione al Festival di Sanremo.
I primi segnali di questo forte desiderio di cambiamento e di questa necessità di maggiore serenità affiorano in “Anime Belle” (1998), soprattutto nel brano “Un inverno da baciare” – sua terza partecipazione sanremese -, per manifestarsi poi in tutta la loro complessità e pienezza nell’album “Inaspettatamente” (2000), il primo lavoro interamente scritto, parole e musica, dall’artista romana. In questo disco prevalgono suoni rock e testi crudi, ne fa parte la canzone “I miei complimenti”, forse la più emblematica di questa sua fase artistica ed esistenziale.
Nel 2000, nella ricerca di un team di lavoro che le si confacesse maggiormente, è passata dalla Virgin alla BMG e ha iniziato la collaborazione con Daniele Sinigallia. Dalla forte intesa instaurata con lui è nato un album importante “L’incantevole Abitudine” (2002).
Nel 2004, pubblica con un’etichetta indipendente l’album “Colpisci”, nuovamente prodotto da Daniele Sinigallia; da questo disco è estratto “Fammi entrare”, canzone con la quale torna a Sanremo.
Colpisci, uscito a marzo del 2005, è un album ricco di suoni e colori, passione ed emozione che traspaiono dalle parole e esplodono nella musica. Dieci canzoni per le quali Marina si è avvalsa della collaborazione di alcuni artisti a lei affini, come Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Riccardo Sinigallia, Francesco di Bella dei 24 Grana, Filippo Gatti e Roberto Mariani.
A Febbraio 2005 la canzone “And I Close my eyes”, tratta dal film “Fino a Farti Male” di Alessandro Colizzi, è stata tra le finaliste nella sezione Miglior Canzone Originale per il Nastro D’argento.
Nel 2007 Marina Rei pubblica “Al di là di questi anni”: un progetto coraggioso e suggestivo nel quale rivisita in chiave acustica il suo repertorio, interpretandolo con una band composta da un quartetto d’archi oltre che da pianoforte, chitarra e, soprattutto, dalle percussioni – suonate da lei stessa. Sono proprio l’infinita gamma di percussioni, l’unico elemento cui è affidata la ritmica del progetto: una scelta impegnativa, ma che rivela una Marina musicista di grande talento, passionale, intensa, energica, ricca di inventiva. Questa nuova chiave interpretativa mette a nudo la voce, lasciandole esprimere più liberamente e con maggior forza la sua vocalità.
Nell’intensa attività concertistica degli anni seguenti, è di particolare interesse segnalare la partecipazione all’ International Book Fair di Guadalajara, nel dicembre 2008 in Messico, dove ha proposto un progetto di grande energia e forte impatto: un duo con Carmen Consoli, batteria, chitarra e due voci.
L’8 maggio 2009 è uscito “Musa”, album di inediti decisamente al femminile, interamente scritto e prodotto da Marina stessa, che descrive figure femminili forti, donne fuori dagli schemi, con un percorso preciso davanti a sé – nel lavoro, nella famiglia, nella società. Il disco valorizza le doti di musicista grintosa e appassionata e il sound complessivo dell’album è stato costruito proprio intorno a quello della sua batteria, a partire da esso.
L’attività live che ne è seguita è stata in larga misura un approfondimento di questi temi.Ha interpretato canzoni simbolo della liberazione femminile, come Piece of my heart di Janis Joplin, inclusa nella raccolta di Italia Wave dedicata al 40° anniversario di Woodstock. Il 15 Maggio 2012 esce su I Tunes il singolo che precede l'uscita del suo nuovo disco. "E mi parli di te" co-scritto e co-interpretato con Pierpaolo Capovilla, frontman del Teatro degli Orrori, inedito che Marina presenta per la prima volta sul palco del 1 Maggio oltre a Qui è dentro, canzone che pone l'attenzione su uno dei temi di maggiore discussione oggi in Italia: il sovraffollamento delle carceri. Il 18 Settembre 2012 esce il nuovo album : "La conseguenza naturale dell'errore".